Conoscere sé stessi
(Alpina 2/2011)
Nella letteratura massonica capita conuna
certa frequenza di vedere il nostro Ordine
assimilato ad una filosofia. Questoaccostamento
può generare equivoci se non viene adeguatamente
compreso. Non si può effettivamente
affermareche la Massoneria è una filosofia, non
foss’altro che per il fatto chesi tratta piuttosto di
un’associazione di persone che si incontrano
regolarmente, che si attiene a dei rituali, che
attribuisce dei significati simbolici agli attrezzi
utilizzati da muratori e carpentieri. Non pare
neanche corretto sostenere che la Massoneria è
una scuola filosofica. Le scuole si identificano con
delle dottrine, delle tesi, dei problemi e dei metodi
di indagine ben precisi. Nella nostra Istituzione
invece non si trovano pensatori che sui problemi
fondamentali della filosofia esibiscano una tale
uniformità di vedute. Se non è una filosofia e
neanche una scuola filosofica si potrebbe pensare che la Massoneria ha comunque una propria
filosofia. Anche qui tuttavia, se per filosofia si
intende un sistema strutturato di concetti, non
si è legittimati a dire che la Massoneria ha una
filosofia, perché un edificio concettuale coerente,
autonomo e completo negli statuti massonici
non esiste. Per contro non sussistono obiezioni a
sostenere che in Massoneria ci si occupa di questioni
filosofiche. Quando i Fratelli presentano
delle Tavole in Loggia, o su articoli di riviste, o in
quotidiani, o in conferenze pubblichesi può verosimilmente
affermare che essi stanno esponendo
delle autentiche dissertazioni su temi
squisitamente filosofici. Interrogarsi sulla natura
della bellezza, sull’uomo, sulla verità, sul lavoro,
sulla conoscenza, sulla giustizia, sulla libertà e
l’uguaglianza… significa fondamentalmente fare
filosofia. Evidentemente non si tratta di lavori
svolti da specialisti, ma questo più che un limite
si rivela a volte una risorsa inquanto l’estraneità
a degli schemi interpretativi ereditati dalla tradizione è la miglior garanzia per intraprendere delle
analisi veramente originali. In questo senso è
quindi corretto affermare che in Massoneria si fa
filosofia, ma è piuttosto discutibile asserire che
la Massoneria ha una filosofia, o che è una scuola
filosofica, o ancor peggio che è una filosofia. I
titoli «La filosofia della Massoneria» di alcuni
lodevolissimi volumi possono trarre in inganno.
Essi non sono l’esposizione di una filosofia sistematica
e strutturata ma piuttosto la presentazione
di un’antropologia e di un’etica delimitate
da alcuni capisaldi concettuali quali la libertà, la
tolleranza, la fratellanza, la trascendenza e il
segreto iniziatico.
Daniele Bui
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